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L’umanità è bianca per la mietitura

 

Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già sono bianchi per la mietitura” Gv 4

messe e mietitura
un campo d’ orzo e sullo sfondo il Monte Arbel

Passando per la campagna ho visto questi campi di orzo, vicino a Magdala, e ho subito pensato a questa frase di Gesù. Questi campi sbiancano per la mietitura, sono bianchi” cioè schiariscono e non “biondeggiano”, dicono le versioni greca e siriaca del Vangelo. Questa foto l’ho scattata una decina di giorni fa, alla fine di Aprile; in Israele la campagna e’ avanti rispetto all’Italia qui è già estate, siamo addirittura sotto il livello del mare. Il sole picchia forte e la luce è più brillante di quella a cui siamo abituati, nelle ore centrali del giorno è accecante e tutti i colori della natura “biancheggiano”.

Lo sbiancare dunque non è dato solo dal variare del colore dal verde della spiga acerba al giallo di quella matura. La spiga, che siamo noi, è completa solo se viene maturata e colpita dalla luce divina, che è bianca e splendente, e che essa a sua volta riflette, come nella foto.

L’umanità è bianca per la mietitura, come la nube del Figlio dell’Uomo:

E vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata. Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura». Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta” Ap 14

campi di orzo nei pressi del Lago di Tiberiade

Ciascuno di noi sarà mietuto, ed essere pronti per quel momento è la cosa più importante di tutte.

Probabilmente non abbiamo nessuna voglia e non ci sentiamo affatto pronti per essere mietuti. Questa incertezza è salutare perché ci costringe a riflettere e a cercare di migliorarci continuamente, senza mai sentirci arrivati o completamente al sicuro.

Siamo esseri fragili e il Signore lo sa, egli vede che percorriamo faticosamente il cammino della vita andando come a tentoni e ha compassione di noi. Ed Egli vede benissimo se facciamo il possibile, anche se con scarsi risultati, o se non ci curiamo affatto di prepararci alla mietitura.

                                                                                                                                                                                              Nothingless

campi di orzo nei pressi del Lago di Tiberiade, messi

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Quale vaccino per il Coronavirus, Covid-19?

 

Coraggio, sono io, non abbiate paura! Mt 14,27

In questi tempi di calamità siamo tutti impauriti. L’incertezza del futuro si staglia come un macigno sul nostro orizzonte…..alcune persone già fronteggiano la povertà e tutti abbiamo dovuto rivedere i nostri progetti. La soluzione di tutto, l’oggetto dei desideri, il salvatore del mondo, sembra essere una cura per questo morbo, l’agognato vaccino per il Coronavirus. Tutti, come è comprensibile, preghiamo che questa malattia sia sconfitta e finisca questo periodo terribile.

Tutto ciò che sta succedendo assomiglia tremendamente a una tempesta, la tempesta sul Mare di Galilea che Papa Francesco ha scelto per la sua meditazione, ascoltata da milioni di persone collegate con i media e da stormi di uccelli, unici spettatori a piazza S Pietro.

Jesus sleeps on the boat during the storm

 

 

 

Questa è la stessa tempesta che gli Apostoli hanno vissuto, la tempesta a cui nessun uomo, in fondo, è mai potuto sfuggire. Nei Vangeli ci sono 2 tempeste. In una la barca sta affondando ed è ricoperta dalle onde e Gesù riprende gli Apostoli: “Perché avete paura, gente di poca fede?”(Mt 8).

 

Nell’altra Gesù manda in avanti i discepoli sulla barca e li raggiunge camminando sulle acque, dicendo ai suoi “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”, e Matteo riporta il momento in cui Pietro scende dalla barca e cammina anche lui sulle acque e il Signore gli dice mentre sta affondando preso dalla paura: “Piccolo nella fede, perché hai dubitato?” (Mt 14).

Ognuno di noi ha dubitato e ha avuto paura un sacco di volte. Le nostre paure sono talvolta irragionevoli, ma altre volte sono più che comprensibili. E’ irragionevole per esempio la paura di Dio come di un essere severo…che ci porta a sotterrare il talento ricevuto per paura di sbagliare. Gesù ci esorta a lottare contro la paura, sia quella irragionevole, ma anche contro la paura ragionevole. La paura ci fa stare male e ci paralizza, perdiamo un sacco di tempo e fantastichiamo su quello che potrebbe accadere (ma che probabilmente non accadrà mai), senza concentrarci su ciò che è realmente alla nostra portata e possiamo fare di bello e di buono oggi. “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!” (Mt 10).

 

Le domande che si agitano nel cuore di tutti in questi momenti sono angoscianti e piene di timore: cosa succederà? Fino a quando questo durerà? Le persone a cui voglio bene e io stesso, riusciremo a sopravvivere? Avremo abbastanza per vivere o tutti i nostri sogni saranno infranti??? Potremo ancora andare alla Messa o goderci una bella passeggiata, un viaggio, una serata al cinema, un evento sportivo, un concerto, una semplice visita ai nostri amici e familiari? Tutto l’ “intrattenimento” in cui cercavamo una via di fuga ai drammi dell’esistenza, è improvvisamente svanito, lasciandoci soli con “l’insostenibile pesantezza dell’essere”.

Nonostante tutte le raccomandazioni del Maestro a non avere paura “mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti” (Mc 10), e anche noi, dobbiamo ammetterlo, non siamo affatto migliori di loro… Gesù ci esorta alla fede e a superare le nostre paure anche quando tutto sembra crollare e il peggio ci si presenta ormai inevitabile. Ognuno di noi può chiedere a Dio di aumentare la sua fede, non saremo più allora sconvolti tanto facilmente da sciocche paure e nemmeno da quelle più ragionevoli. Continueremo a sperimentare la paura, ma in un modo diverso.

Eppure Gesù non ci chiede di diventare superuomini. Gesù guardava realisticamente alla realtà e profetizza che negli ultimi tempi “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21). E nell’ora della sua tempesta perfetta anche Gesù “cominciò a sentire paura e angoscia” (Mc 14), “in preda all’angoscia pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra” (Lc 22). Sudare sangue, dicono i medici, avviene solo in una esperienza estrema di angoscia e terrore, la più estrema che un uomo possa sostenere. Perché Gesù ha esortato tanto a non avere paura, se poi lui stesso ha sperimentato l’angoscia e la paura????

 

Perché vuole che siamo felici, ma sa anche benissimo che ci sono paure che nessuno, neppure il Figlio di Dio, può evitare. Ci saranno nella vita momenti in cui, per Grazia, riusciremo a essere meno paurosi e persino a vincere molte delle nostre paure, ma arriva per tutti la tempesta perfetta: allora il Signore non ci chiede l’impossibile, cioè di non avere paura, ma di vivere quella paura in un modo nuovo, conservando nel cuore la luce della fede e il calore della speranza, nella certezza che “anche i capelli del nostro capo sono tutti contati”.

Questo periodo prima o poi passerà, e allora, anche se saremo finalmente vaccinati contro il Coronavirus, non saremo però riusciti a superare le nostre paure. Torneremo a essere paurosi e a spaventarci di nuovo per il prossimo virus o la prossima guerra o la crisi economica o una minuscola zanzara che ci impedisce di dormire o l’ennesimo evento drammatico che avverrà nella nostra vita, dandoci l’appuntamento alla prossima “tempesta perfetta”.

Abbiamo bisogno estremo del vaccino per le nostre paure, di quello vero, di quello che dura per sempre. E’ da sciocchi restare così in balia delle onde per tutta la vita, è l’ora di credere adesso alle parole di Gesù: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!…Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!… Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Abbiamo bisogno del respiratore con l’ossigeno per non morire soffocati dalle nostre paure di oggi e di domani “Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16). Quando sarà l’ora della paura e dell’angoscia inevitabile, riusciremo a viverla nella certezza che Dio conduce e protegge le nostre vite e la storia umana. Avremo paura, suderemo anche sangue forse e soffriremo ancora, ma la luce del calore divino non potrà mai essere estinta nel nostro cuore da nessun virus, nessuna guerra, nessuna povertà, nessun dramma, nessuna paura.

 

                                                                                                                                                                                                        Nothingless

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Ditelo nella luce

“Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo sui tetti”

Cari lettori,

questo è il mio primo post e come ogni prima volta c’è una certa emozione…“In principio Dio creò i cieli e la terra” (Gen 1,1). Ognuno di noi può creare qualcosa, per dono di Dio, e partecipare alla sua opera creatrice. Alla fine mi sono convinto che devo tirare fuori in qualche modo il talento ricevuto, ma non è stato facile vincere la mia naturale ritrosia.

Gesù ci invita prima di tutto all’umiltà e ci dice che lui è la luce del mondo

sunset in Galilee, near Tabgha

e che anche noi siamo questa stessa luce del mondo, come una città posta sul monte che non può restare nascosta. Parla della nostra luce che deve risplendere davanti agli altri e delle opere buone che i discepoli devono compiere perché, vedendole, gli uomini glorifichino il Padre nostro che è nei cieli. Gesù ci invita alla preghiera nascosta e a non praticare le nostre opere davanti agli uomini per essere visti da loro. Eppure esorta anche ad annunciare il Vangelo fino agli ultimi confini della terra, e fa l’esempio del lievito che deve fermentare tutto, del sale che ha perduto il sapore e non è più buono a nulla se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. E ripete ancora oggi: “Se questi taceranno, grideranno le pietre!” (Lc 19,40).

Gesù ci invita a parlare nella “luce”, allo scoperto, in modo trasparente e franco e persino a salire sul tetto ad annunciare ciò che egli ci ha appena sussurrato nell’oscurità. I messaggeri del Vangelo dovrebbero essere così: non hanno nulla a che vedere con segreti, raggiri, ipocrisie, calcoli utilitaristici e metodi diplomatici di questo mondo. I messaggeri del Vangelo hanno con gli altri relazioni trasparenti e annunciano in modo chiaro un messaggio chiaro. Il messaggio semplice e luminoso di Gesù, un messaggio che è luce e deve essere detto nella luce, un messaggio che è pace e amore. Il messaggio di Gesù è un Vangelo, cioè una buona notizia. Alcune persone non lo accolgono perchè il nemico ruba le parole seminate nei loro cuori. Altre persone non lo accolgono perchè noi cristiani siamo incoerenti e quello che predichiamo non suona affatto come una “buona notizia” a causa delle contraddizioni storiche e contemporanee della chiesa e di ciascuno di noi. Non siamo capaci di proporre agli altri Gesù tale e quale Lui è. Lo proponiamo invece filtrato attraverso le nostre categorie, le istituzioni, le teologie che sono diventate più importanti di Dio stesso, e i nostri obsoleti abiti ecclesiastici……Per questo, se vogliamo obbedire a Dio e “dire nella luce” il suo messaggio, il nostro principale impegno deve essere andare al cuore di esso, sfrondarlo dalla ruggine accumulata nei secoli e con semplicità, senza proselitismi, proporlo agli altri.

Signore della luce, tu che sei luce,

fa che ogni nostro annuncio sia sempre e solo luce,

perchè qualcosa di te, anche attraverso di noi,

possa raggiungere i nostri fratelli.

Amen

 

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